by, Nino Migliori |
C'è un germe crescente nel vivere
sociale, sempre più dimentico sia del vivere, sia del sociale.
Un fare virulento, che contagia, che fa proseliti come un qualcuno con un passato mediocre tra i blasfemi che si ricicla stonando tra i salmodianti.
Un fare virulento, che contagia, che fa proseliti come un qualcuno con un passato mediocre tra i blasfemi che si ricicla stonando tra i salmodianti.
Un virus figlio di canoni di presunta
normalità che rifuggono dagli eccessi come scarafaggi dal sole, per
il solo timore di mettere in luce tutta la loro natura becera, fatta
di poco meno di pochezza.
Una malattia dilagante, che contamina,
stordisce.
E' la piaga di chi pensa senza pensare.
Della quale sono afflitti coloro che,
ben lungi dalla rassicurante stupidità, credono davvero di dare vita
a ragionamenti sensati, a elaborazioni affatto scriteriate che vanno
tramutandosi in argomentazioni perfettamente riuscite.
E il vero dramma, di questa dilagante
malattia, sta tutto nel fatto che in questi soggetti affetti, il
dubbio non fa minimamente testo, la perplessità non è comparsa
gradita, l'alzata degli occhi di traverso che può far addurre a una
punta di vaghezza, non è neanche un riflesso incondizionato.
E la ragione alberga in loro, tanto
quanto il torto in tutti gli altri viventi, che per lo meno, in
quanto tali, si premurano di vivere e non si limitano a un
participio, tanto passato, quanto la desueta conoscenza della lingua
italiana.
Le pochissime essenze, perché solo
nell'animo umano trova alcova l'antidoto e non nel sembiante, e
quindi di essere e non persona, occorre parlare, che resistono al
contagio, sono coloro che conservano intatto il diritto di sbagliare.
Errare, sia come vagare, sia come
cadere in fallo.
Quei pochi viventi, così puramente
prodigiosi dall'essere immuni, sono coloro che non vedono nelle scuse
un tradimento dell'ego, che a un passo falso rispondono con un
sorriso, che riescono ad alzare le mani, non in segno di resa, ma di
gratitudine.
Sono coloro che conservano intatta
l'ammirazione per la capacità di ammirare, semplicemente, la vita.
EtienneKuntz
EtienneKuntz
Nessun commento:
Posta un commento