mercoledì 29 ottobre 2014

Ammirare la capacità di Ammirare

by, Nino Migliori
C'è un germe crescente nel vivere sociale, sempre più dimentico sia del vivere, sia del sociale.
Un fare virulento, che contagia, che fa proseliti come un qualcuno con un passato mediocre tra i blasfemi che si ricicla stonando tra i salmodianti.
Un virus figlio di canoni di presunta normalità che rifuggono dagli eccessi come scarafaggi dal sole, per il solo timore di mettere in luce tutta la loro natura becera, fatta di poco meno di pochezza.
Una malattia dilagante, che contamina, stordisce.
E' la piaga di chi pensa senza pensare.
Della quale sono afflitti coloro che, ben lungi dalla rassicurante stupidità, credono davvero di dare vita a ragionamenti sensati, a elaborazioni affatto scriteriate che vanno tramutandosi in argomentazioni perfettamente riuscite.


E il vero dramma, di questa dilagante malattia, sta tutto nel fatto che in questi soggetti affetti, il dubbio non fa minimamente testo, la perplessità non è comparsa gradita, l'alzata degli occhi di traverso che può far addurre a una punta di vaghezza, non è neanche un riflesso incondizionato.
E la ragione alberga in loro, tanto quanto il torto in tutti gli altri viventi, che per lo meno, in quanto tali, si premurano di vivere e non si limitano a un participio, tanto passato, quanto la desueta conoscenza della lingua italiana.

Le pochissime essenze, perché solo nell'animo umano trova alcova l'antidoto e non nel sembiante, e quindi di essere e non persona, occorre parlare, che resistono al contagio, sono coloro che conservano intatto il diritto di sbagliare.
Errare, sia come vagare, sia come cadere in fallo.

Quei pochi viventi, così puramente prodigiosi dall'essere immuni, sono coloro che non vedono nelle scuse un tradimento dell'ego, che a un passo falso rispondono con un sorriso, che riescono ad alzare le mani, non in segno di resa, ma di gratitudine.

Sono coloro che conservano intatta l'ammirazione per la capacità di ammirare, semplicemente, la vita.

EtienneKuntz

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