By Elliott Erwitt |
Un nuovo inizio non è altro che il vizio di dover dare una
fine alle cose.
Che poi invero, queste, quelle o altre che siano, non terminano mai, per
davvero.
Semmai svoltano, si incrociano, si intrecciano.
Semmai svoltano, si incrociano, si intrecciano.
Aumentano, si arrestano, ripartono con slancio, dimentiche di un vecchio
affanno, in quello che è il sempiterno e vorticante errare, sublime e
straziante.
Eppure la nuova convinzione, da trattare con mani levigate dalla devozione, sta tutta nel circondarsi ma anche nel circondare, genti di ogni dove, purché non siano queste sobrie e non interessi loro giudicare.
Che il giudizio e l’astemia son proprio cose da lasciare andar via.
Eppure la nuova convinzione, da trattare con mani levigate dalla devozione, sta tutta nel circondarsi ma anche nel circondare, genti di ogni dove, purché non siano queste sobrie e non interessi loro giudicare.
Che il giudizio e l’astemia son proprio cose da lasciare andar via.