By Elliott Erwitt |
Un nuovo inizio non è altro che il vizio di dover dare una
fine alle cose.
Che poi invero, queste, quelle o altre che siano, non terminano mai, per
davvero.
Semmai svoltano, si incrociano, si intrecciano.
Semmai svoltano, si incrociano, si intrecciano.
Aumentano, si arrestano, ripartono con slancio, dimentiche di un vecchio
affanno, in quello che è il sempiterno e vorticante errare, sublime e
straziante.
Eppure la nuova convinzione, da trattare con mani levigate dalla devozione, sta tutta nel circondarsi ma anche nel circondare, genti di ogni dove, purché non siano queste sobrie e non interessi loro giudicare.
Che il giudizio e l’astemia son proprio cose da lasciare andar via.
E ancora, occorre prendere le distanze da tutte quelle stanze che parlano di drastiche dicotomie, dove il pensiero non trova posa e vi è solo estasi sfavillante o apatia incessante.
Il segreto rivelato è quello di essere maghi che moralisti non sono ma dov’è il trucco lo sanno.
Così, al fine di raggiungere un caotico e bellissimo traguardo di perfezione, accumulando con pazienza e accanimento delle fedeli imperfezioni.
EtienneKuntz
Eppure la nuova convinzione, da trattare con mani levigate dalla devozione, sta tutta nel circondarsi ma anche nel circondare, genti di ogni dove, purché non siano queste sobrie e non interessi loro giudicare.
Che il giudizio e l’astemia son proprio cose da lasciare andar via.
E ancora, occorre prendere le distanze da tutte quelle stanze che parlano di drastiche dicotomie, dove il pensiero non trova posa e vi è solo estasi sfavillante o apatia incessante.
Il segreto rivelato è quello di essere maghi che moralisti non sono ma dov’è il trucco lo sanno.
Così, al fine di raggiungere un caotico e bellissimo traguardo di perfezione, accumulando con pazienza e accanimento delle fedeli imperfezioni.
EtienneKuntz
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