By, Brassai |
Si passa un’infinità del nostro tempo, che di infinito non
ha che il suffisso, a pensare l’impensabile, comprendere l’incomprensibile e
sondare l’insondabile.
O meglio, alcuni lo fanno, altri pensano non ne valga la pena, qualcuno lo vive
così, con un’idea precisa del Nulla e quindi, probabilmente, in grado di
spiegare il Tutto.
Tra schiavi del pensiero positivo e addetti ai livori, si affibbiano etichette tanto colorate quanto un foglio scarabocchiato con pastelli a cera, utili come fare indovinelli sulla luna e imprigionarla in un cerchio di dita, sapendo che solo pochi potranno toccarla davvero.
Un costante e sfiancante affaccendarsi, in subordinazione di una divinità che
vuole tutti succubi e che porta il nome di Fatica.