by, Sebastiao Salgado |
Che poi, d'altronde, ognuno abita la
vita come può, come sa.
Come gli è stato detto o non detto.
Seguendo insegnamenti o ripudiandoli,
elaborandone di propri, studiando quelli altrui.
Che c'è il fiato strozzato che
richiama tregua a ogni sospiro e poi quello mai stanco, da polmoni
capienti, da bocche capaci di dare vita ad altre bocche, da cuori che
non sanno far altro che battere.
Le gambe che sanno solo correre e
quelle gravate anche soltanto dal peso del corpo, le mani che
vogliono conoscere, stringere, afferrare, in costante ricerca, in
leggiadra sospensione, protese costantemente un filo oltre,
E quelle
zitte, silenti, bramose solo di rinchiudersi in pugni nascosti di
tasche segrete.
In un mondo ancora ingenuamente
dicotomico, dove tra pennellate di bianco e nero si compongono,
beffarde, nuove tinte di grigio.
Ognuno abita la vita come può, come
sa, come pensa di sapere.
Tra gioie inaspettate e tristezze
risapute,
nel meraviglioso susseguirsi di prime
volte che regala lo stupore del vivere.
Ognuno abita la vita come può, come
crede, come ritiene sia bello raccontare ma anche raccontarsi.
Che a conti fatti il dunque è non
restare mai soli con le proprie menzogne.
Che è anche un filo peggio di farlo
con le proprie verità.
EtienneKuntz
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