domenica 8 giugno 2014

Come costruire i propri ricordi

Jane & Serge, by Andrew Birkin
Bisogna solo badare bene a costruire i propri ricordi.
Perché a volte, il tentativo, non sta nella velocità, ma in quanto si è in grado di sporgersi dal precipizio.
Di quando le certezze di domani iniziano a capire di poter ridere in faccia alle paure di ieri e, oltre il baratro, non c'è lo schianto, ma il riscatto.

L'indole non è mai del tutto sopita quando ha ancora la forza di gridare e il fuoco sacro è sempre capace di ardere anche sotto le ceneri più spesse.

Le scelte dicotomiche parlano sempre la stessa sciolta e semplice lingua; non c'è nulla di tremendamente complesso, quando può essere tutto meravigliosamente complicato.

Lo sai già per certo nelle ore della notte che corrono come minuti, nell'idillio di una temperatura che odora d'estate ma non rovina la frescura del vino, nella bocca arsa di tabacco ma ancora desiderosa di fumare.



Lo sai quando gli esercizi di stile sono lasciati ai dilettanti e le facili distrazioni sono il nutrimento dei timorosi. 

Lo sai nell'aria che stuzzica la pelle e scompiglia i capelli, nel sorriso sornione della Luna, antica alleata.

Lo sai quando sai di riconoscere la differenza che separa felicità piena e vuota aridità.
Che se il passato non è proprio terra straniera, è comunque terra già percorsa e l'ignoto non ha bisogno di conturbare quando sa già di avere la meglio sull'inconsistente.

Che l'amore non conosce errore quando sa di amare la vita.

EtienneKuntz

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