By, Nino Migliori |
Non c’è bisogno di avere bisogno.
Di una scusa o di un pretesto, oppure di una scusa che giustifichi il pretesto
o ancora di un’idea all’interno di un contesto, per fare.
Perché fare non è altro che ingannare.
L’inganno della stasi, dell’inappetenza di stimoli, di un’inedia forzata per una mancanza mirata di volontà od opportunità ma anche di velleità.
E allora non resta che far l’unica cosa che si crede di poter fare e far credere che sia l’unica cosa che si possa fare.
Dovrebbe esserci una specie di confine, forse anche quantitativo, tra quel che può accadere e quello che non si vuole succeda, tra quanto utopicamente possibile e quanto realisticamente improbabile, tra l’essere amanti deputati della fortuna e il bersaglio accanito delle sbronze violente della sfiga.
Perché fare non è altro che ingannare.
L’inganno della stasi, dell’inappetenza di stimoli, di un’inedia forzata per una mancanza mirata di volontà od opportunità ma anche di velleità.
E allora non resta che far l’unica cosa che si crede di poter fare e far credere che sia l’unica cosa che si possa fare.
Dovrebbe esserci una specie di confine, forse anche quantitativo, tra quel che può accadere e quello che non si vuole succeda, tra quanto utopicamente possibile e quanto realisticamente improbabile, tra l’essere amanti deputati della fortuna e il bersaglio accanito delle sbronze violente della sfiga.
Una specie di confine, sì. Che è vietato superare.
Ma nessuno lo rispetta e, probabilmente, nessuno lo conosce.
Ma nessuno lo rispetta e, probabilmente, nessuno lo conosce.
Ma non c’è bisogno di aver bisogno per guardare oltre.
E guardare oltre se stessi significa incontrare l’altro, il
mondo, la vita in tutte le forme e capire che non siamo qualcosa di diverso da
ciò che ci circonda.
Per finalmente comprendere poi, che non c’è bisogno neanche di questo.
Per finalmente comprendere poi, che non c’è bisogno neanche di questo.
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