martedì 8 luglio 2014

La perfezione nello squilibrio

By, Gianni Berengo Gardin
Storie di richiami antichi, racconti di echi sommersi che narrano di quanto il solo sfiorare racconti il tutto che già c'era, che urla per esserci, che smania affinché vi sarà.
Il salto tra violento tormento e potente fermento, non scompone i profili che si congiungono in un incastro fuori dal tempo, che annienta i “troppo” e schernisce gli “abbastanza”.

Della sublime disarmonia dell'elegante funzionamento della macchina complessa dell'io, di una mente che corre forsennata, di un cuore che non viene creduto, di un corpo che sposa rigidità.

E poi, gli stessi, invertiti, con un corpo che si scioglie, una mente che razionalizza, un cuore che irradia.



E ancora, a sovvertire l'ordine, il cuore che esulta, la mente che non attende, il corpo che protesta.

Tutto così, ad afferrare l'indefinito dell'allineamento, in corsa costante, in distonica sintonia.

Con i proclami delle verità risapute che non temono il logorio.
Con i proclami delle verità risapute pronte a schivare le insidie dei sempre, le sicurezze dei mai.

Nessuna sospensione spaventa quando gli occhi hanno già la forma immortale del tutto.

Perfetti, nel loro squilibrio.



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