giovedì 28 novembre 2013

Non era mai abbastanza

By, Werner Bischof


Si creava un fare allucinante nello stomaco. Forse erano le birre, forse era l’alimentazione del tutto casuale, forse era il tramestio interiore. 
In ogni caso era sempre lo stomaco a farne le spese.

Un po’ come quando il carnefice non sapeva di essere anche vittima.

Che poi forse quest’ultima cosa non è che contasse poi molto.

Che poi non era neanche esattamente lo stomaco.



Era poco sopra, in quella zona non meglio specificata che distava un soffio dallo stomaco e altrettanto dal cuore, era una zona d’ombra, una stanza oscura, un buco nero tra i due interlocutori

Che sapevano spesse volte dialogare bene.

E con parole fiammanti, ficcanti e furenti, lasciare la ragione piangente e gemente, in un angolo, zitta, in castigo.

In quel pozzo cupo, nel centro del ventre, si annidava l’istinto.

Un fare che non sapeva mai dire basta, che toccava appena e ancora si spingeva verso oltre, verso altro.

L’istinto non conosceva il concetto di "abbastanza".


-         Me ne fai un’altra? –

Della birra non rimaneva che un goccio e, l’ultima sorsata, aveva anche tolto il bicchiere dall’indugio di domandarsi ancora sulla propria utilità.


-         Ma non hai bevuto abbastanza? –

No.

No che non era abbastanza. Non avevo mai bevuto abbastanza, non avevo mai creduto, sperato, goduto, voluto, invocato, confidato, sofferto, cercato, amato.
Non era mai abbastanza, c’era sempre un nuovo limite, ancora una soglia da varcare, un rischio da correre.

Ma non era il caso di spiegare.

Era invece il caso di pagare senza ritirare il resto e uscire nella notte di Novembre.

Anche il freddo non voleva saperne di dire abbastanza, perché mai avrei dovuto farlo io.



Etienne Kuntz

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